On the road/Traguardo Aliano

C’è un poeta che stava lì, sempre seduto, con i suoi fogli in mano, con le sue poesie da leggere. Ha avuto sfortuna. E’ stato sorpreso dall’alba. Il tempo era passato. Nemmeno un secondo è rimasto per leggere i suoi versi. E poi aveva parcheggiato male la sua Polo bianca, doveva passare un trattore, al mattino ad Aliano, qualcuno va nei campi e il poeta ha dovuto spostarla. Ha perso l’occasione della sua poesia. Mi piacerebbe, se sapessi come trovarlo, ascoltare, leggere le sue poesie.

Ho ballato. Malamente, come al solito. Non so cosa si fa con le gambe e le mani. Da ragazzo, mi dicevano che assomigliavo a un granchio. Quasi un complimento, penso oggi. Deve essere bello ballare. Ma ho saltapicchiato. Erano quasi due anni che non accadeva. Le ossa hanno retto. Prima si incrinavano. Hanno concesso una possibilità. Poi me lo hanno spiegato: ‘Solo per questa volta’. Vedremo…

L’ultimo giorno dell’on-the-road fra Puglia, Lucania e Calabria è accaduto un mese fa. Oggi abbiamo maglioni e calzini. Dove sono finiti i sandali? L’autunno è Materadio e Internazionale. E i melograni che stanno arrossendo (quelli che arrossano). Ma c’era quest’ultimo giorno da raccontare. In maniera sballata e sinuosa, ‘menando il can per l’aia, alla prima persona’. Incomprensibile.

C’era Rino con la cupa cupa, il ragazzo con l’organetto e un musicista con il tamburello. Al mattino. Pubblico di cinque persone. Tuttoapposto, dunque. Sono tranquillo.


Salto le ore. Le donne dell’Assurd hanno l’età per i ragazzi, sono di Napoli e sanno come afferrare i cuori. Guaglioni in Piazza Panevino. I poeti stanno in secondo piano. E’ tempo di musiche, di corpi saltanti, di braccia, di gambe che sgambettano. I poeti retrocedono un po’. C’è una poeta che ha scritto le sue poesie alla cassa di un supermercato.

C’è il paese provvisorio, grazie Ivan, grazie Fabio, che riapre il portone della cantina. Un pranzo come si deve. Con l’eleganza che si deve. La pasta al pomodoro, le patate con il prezzemolo, i friggitelli, i fagiolini con le cipolle dorate. E suonatrici di arpa e tromboni. Che raccontano storie: quando cerchi lavoro come cameriere, devi parlare veloce, altrimenti pensano che tu sia lento.


Ricordo quando qui si svolse il Forum delle Aree Interne. Chi organizzava scriveva che non era facile raggiungere Aliano e che era prova di coraggio ritrovarsi in questo paese. C’era bus che accoglievano gli ospiti agli aeroporto di Napoli e Bari. Ho avuto l’impressione che pensassero di andare in un’altra Terra. E non avevano tempo per il viaggio, per smarrirsi, per capire dove erano. Non è Aliano lontano da Treviso. E’ Treviso a essere lontana da Aliano. Venite qui in corriera, è modo per ‘sapere’.


Il festival è nei giorni in cui avvenne il terremoto nell’Appennino Centrale. Lo ricorda Angelo. Avremmo dovuto ricordarlo tutti. Là si gioca la montagna.


Avrei voluto raccontare dei poeti che hanno fatto la Rivoluzione in un paese lontano. E l’hanno persa. Ma è stato importante immaginarla. Cercano di immaginarla ancora. Non c’è stato il tempo, ero quasi preparato. Ho parlato delle tradizioni messicane ed etiopiche della Lucania e della cuoca rumena del Pollino.

Non c’entra niente, ma, alla libreria Mondadori di Matera (quella libreria!), mi cade l’occhio (gli occhi cadono?) su una pagina di Bolaño: ‘Se dovessi rapinare la banca più sorvegliata d’Europa e potessi scegliere liberamente i miei compagni di malefatte sceglierei senza dubbio un gruppo di cinque poeti veri, con un destino da poeti, con vita da poeti. Nessuno al mondo è più coraggioso di loro’. Mi piacerebbe saperne di più di poesia.


La rapina si concluderebbe in modo disastroso, probabilmente, ma sarebbe bellissimo.


Non c’è stato tempo. Sottosegretari, assessori, responsabili di premi letterari. Ma i poeti immaginano…


E la notte è dei ragazzi, dei musicisti di Radio Lausberg. Ho chiesto in giro a cento persone: nessuno conosce Lausberg. Heinrich Lausberg, linguista tedesco, dette il suo nome al dialetti che studiò per anni ai confini fra Lucania e Calabria (grazie Wikipedia, alzi la mano chi lo sa)…..questi ragazzi sono bravi e hanno orgoglio per scegliere un nome come questo. Accidenti, se sono bravi. Sono loro che mi fanno ballare.




E poi il sole dei calanchi. L’alba inevitabile. Valige, gesti lenti, braccia che ruotano con il ritmo di chi va e non vuole andare, qualcuno si spoglia, abiti rossi, nemmeno un sorriso, occupiamo la pozza disseccata delle pecore, che, a un certo punto, arrivano sul serio e tutti, noi e loro, rimaniamo sorpresi, gli attori compongono corpi nell’argilla disseccata da una stagione senza piogge, il sole si illivida, fra uno sprazzo, un dono, un raggio, gli attori si toccano, aprono le valige, non si arriva mai. I calanchi hanno un brivido, passa il trattore, tutto torna normale. Venire qui a novembre.
Al mattino, Aliano è già vuota, il cielo ha il tempo dell’autunno, del capo d’inverno. Passa Fabio, solitario, e dice: ‘C’è un’aria bella’.



Meravigliezze…
Questo dice quanto abbiamo bi-sogno di radici.
Del sapore di terra. Della nostra terra, anche se ha le rughe.
Forse proprio perché ha le rughe. ..e quindi il sapore di vita calda.
Grazie
Grazie, Eliana. Non so sai, la parola ‘radici’ ha così smarrito il suo significato, fino a diventare il suo ‘opposto’. Forse, come ho letto da quale parti, e metafora per metafore, preferirei ‘ali’, se solo potessi volare.
Dimenticavo: meravigliezze è meraviglioso
M’è capitato qualche volta di venire a rifarmi gli occhi ed i ricordi su questo sito/blog, poi ritrovo quattro righe che mi riguardan personalmente, quattro righe e non ne serve una di più, quattro righe di belle parole ed una foto con uno dei fisarominicisti più ombrosi e me lo ritrovo con gli occhi sorridenti e la bocca spalancata. Grazie di cuore. Enzo Peluso, chitarrista dei Radio Lausberg
Davvero, il fisarmonicista è ‘ombroso’? Che sorpresa, Enzo. Vorrei raccontarti di quella notte. Allora nel web, a volte, possono capitare anche incontri. Ti lascio il mio telefono: 338.8887493 (con mail e altro non sono molto affidabile). La prossima settimana sarò a Matera. Prima o poi vengo a conoscervi. Ho altre foto di quella notte, se vi fa piacere, trovo il modo di farvele avere prima che le smarrisca. Grazie, grazie di cuore
La tua inaffidabilità potrebbe esser analoga alla mia se non fosse che tu almeno sei reperibile telefonicamente ed io son riuscito ad estromettere la suoneria dal cellulare per diventare meno reperibile. Mi spiace non aver letto prima il messaggio. Per agevolare l’incontro se capiti sul Pollino sarebbe ancor meglio. Son curioso di ascoltare racconti e di vederli con le tue foto. A ribbeccamose come dicon i capitolini